Project Zero, anteprima della retrospettiva
Chi già frequenta questo Blog da un po' di tempo sa conosce la mia passione per i titoli Horror specie quelli orientali ed in particolar modo a due saghe: Forbidden Siren e Project Zero. Queste due saghe sono per me la summa di tutto quello che un horror giapponese dovrebbe avere: bei personaggi, ottima trama, grandiosa atmosfera ed un attenzione al folklore nipponico.
Tempo fa, iniziai a lavorare su una retrospettiva completa di Project Zero 2 ma purtroppo per vari impegni la lasciai in sospeso. Ora, siccome a me le cose a metà non piacciono proprio, sono qui per riprendere il lavoro abbandonato, iniziando però questa volta dal primo capitolo.
Storia
零 〜zero〜 conosciuto in occidente come Fatal Frame e qui in Europa come Project Zero è un gioco horror sviluppato dalla Tecmo nel 2002 per PS2. Il titolo ci mette nei panni di Miku, una giovane ragazza che si avventura in una villa disabitata alla ricerca del fratello scomparso. Armati di una fotocamera dai poteri sovrannaturali, ci confronteremo con i fantasmi e con la storia di un posto che pare nascondere molto più di quello che sembra. Mano a mano che proseguiremo l'avventura scopriremo infatti terribili rituali, spiriti senza pace ed il destino che è stato riservato a nostro fratello.
Gameplay
Il gioco attinge alle caratteristiche degli horror di quel periodo: telecamera fissa, tank control, ambienti tridimensionali, gestione oculata delle risorse e quel senso di esplorazione che nel corso del tempo è andata a sparire. Ci muoveremo quindi nelle stanze di questa villa infestata e, con la nostra macchina fotografica, tenteremo di immortalare le presenze per esorcizzarle definitivamente in modo che possano andare in pace e smettano, a sua volta, di darci il tormento. Quest'ultima può essere potenziata tramite dei punti che acquisiremo sconfiggendo i fantasmi o risolvendo determinati enigmi potendo, ad un certo punto dell'avventura, sbloccare anche funzioni speciali.
Mentre esploreremo l'abitazione e avremo la meglio sulle presenze, raccoglieremo importanti documenti che ci chiariranno le idee sugli eventi accaduti prima del nostro arrivo. Il collezionare tali documenti diventa quindi di importanza vitale se vorremo realmente godere della storia e di tutte le sfumature che possiede. Possiamo inoltre osservare le foto che abbiamo scattato ai fantasmi e, tramite la lettura del nome di quest'ultimo, capire chi fosse. Il gioco quindi non solo necessita di un lavoro di triangolazione fra documenti, diari e foto per comprendere la trama ma anche essere curiosi ha senza ombra di dubbio un notevole peso.
Comparto tecnico
Tecnicamente il gioco è riuscito. I fantasmi, gli ambienti e gli oggetti sono realizzati in maniera ottima contribuendo all'atmosfera misteriosa del titolo. I suoni inoltre sono ben studiati a partire dagli scricchioli delle assi di legno dove cammineremo fino ai suoni esasperati dei fantasmi. Non c'è un elemento fuori posto in questo titolo e, sotto questo punto di vista, era veramente difficile fare di meglio.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso anche dal filtro che il gioco possiede. Come in Silent Hill 2 anche qui avremo una sorta di filigrana che ci impedirà di vedere in maniera nitida cosa accada su schermo. La scelta di ricorrere a questa grana è ovviamente oltre che estetico anche funzionale all'immersione del giocatore che ha sempre la sensazione di osservare una pellicola horror giapponese.
Considerazioni finali
Project Zero è un gioco ottimo che mi sento di consigliare a chiunque. Chi apprezza l'horror in particolar modo troverà nel titolo estrema soddisfazione e senza ombra di dubbio, anche grazie a degli sbloccabili, tornerà a completare il titolo più di una volta. La cosa che inoltre fa e che ritengo importante è buttare le basi per quel capolavoro che sarà il suo successore, Project Zero 2, ma per ora non è il momento di parlarne.
In attesa quindi della retrospettiva completa che arriverà fra qualche giorno, vi invito a recuperare questo titolo, non rimarrete delusi.
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