sabato 1 ottobre 2022

Un pensiero su Sir Gawain e il Cavaliere Verde di David Lowery

Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight) è un film del 2021 prodotto, scritto, diretto e montato da David Lowery.
Avrei voluto realmente scrivere qualcosa di sostanzioso su Sir Gawain: un confronto con l'opera originale del XIV secolo, una riflessione sulla trasposizione, un pensiero sulla trama ma qui c'è da scrivere realmente poco e purtroppo non bene.


Gawain, nipote di re Artù, è un assiduo frequentatore di bordelli che aspira a diventare cavaliere della tavola rotonda per motivi che nemmeno lui saprà spiegare per tutto il film. Durante il Natale, mentre il re, i suoi cavalieri e lui festeggiano la ricorrenza, si presenta un cavaliere verde che lancia una sfida ad uno dei cavalieri lì presenti. Gawain si fa avanti e taglia la testa alla misteriosa figura ma dovrà rispettare le regole che quest'ultimo aveva citato poco prima; dopo un anno infatti si dovrà recare da lui alla cappella verde e ricevere lo stesso identico colpo che gli è stato inflitto. Il cavaliere verde prende quindi la testa e lascia la corte.

Dopo i primi 10 minuti mi sono reso conto di aver a che fare con un'opera completamente diversa rispetto al classico e questo non ha suscitato in me grande euforia in quanto per me le trasposizioni di classici - specie quelle che hanno un impatto importante nei contesti socio culturali - devono essere quanto più possibili fedeli al materiale di riferimento. Nonostante le già citate perplessità, proseguo con la visione fino al punto in cui capisco che oramai il film ha preso una direzione completamente diversa, accorgendomi nel mentre che quello che voleva narrare non riusciva ad essere veicolato nel migliore dei modi. Le prove che affronterà Gawain durante il viaggio verso la cappella verde sono tutte confuse e sembrano non arrivare mai a niente; vittima di una rapina, campione di uno spettro a cui deve recuperare la testa, dialoghi con giganti e tentazioni lussuriose sono vicende a cui lo spettatore non riuscirà a dare un vero e proprio senso, la sensazione infatti che siano messe lì solo come riempitivo è molto alta.


Le uniche cose che sembrano a cuore del regista sono la patinatura eccessiva in ogni inquadratura e quella sensazione di autorialità che vuole trasmettere. La fotografia infatti è la cosa che più volte mi ha lasciato perplesso, non capisco sinceramente la scelta di cambiare così tante volte tonalità a quest'ultima finendo non per caratterizzare ogni scena ma per rendere tutto il film un mosaico senza forma. Un caleidoscopio che lascia spiazzati e confusi per la mancanza di collegamento fra scene. Una post produzione talmente pesante ed invadente che ha ucciso il profilmico e lascia interdetti chi visiona il tutto.

Sir Gawain ed il cavaliere verde è il perfetto esempio di come il tocco personale di un'artista deve essere tenuto a freno quando tocca un'opera che non appartiene né a lui né a noi ma alle correnti del tempo.




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