lunedì 29 agosto 2022

Un pensiero su Fuochi d'Artificio in Pieno Giorno di Diao Yinan


Fuochi d'Artificio in Pieno Giorno

AVVERTENZA: Questa analisi potrebbe contenere spoiler sulla storia


Fuochi d'artificio in pieno giorno, diretto da Diao Yinan - regista che successivamente verrà conosciuto con il più famoso "il lago delle oche selvatiche"- è un thriller con tinte noir che narra una storia di riscatto e redenzione attraverso la vita privata di una donna e di un uomo.

In diverse stabilimenti di carbone della provincia di heilongjiang vengono ritrovati dei resti umani. Il poliziotto Zhang Zili, insieme ad alcuni colleghi, trova una pista e decide di indagare. Purtroppo però i poliziotti durante un interrogatorio in un locale vengono coinvolti in uno scontro a fuoco dove perdono la vita ma il nostro protagonista è l'unico superstite. Passano cinque anni e troviamo quest'ultimo che lavora come guardia di sicurezza ma è un uomo oramai alla deriva dove l'alcool non fa altro che aiutarlo ad annebbiare i dolorosi ricordi.
La speranza di riscatto si innesca quando un suo ex-collega, in maniera del tutto fortuita ,gli rivela che quegli omicidi stanno ricominciando e che l'unico punto di collegamento fra i vari casi sembra che sia una donna chiamata Wu Zhizhen. Zhang inizia quindi un'indagine privata che lo porterà ad esplorare gli oscuri drammi di una donna.




Fuochi d'Artificio in Pieno Giorno è come già detto un thriller dalle tinte noir dove protagonista non è tanto la storia ma i legami e le psicologie dei personaggi. Quest'ultimi infatti hanno una profondità che solo in determinate opere è possibile trovare. Le inquadrature ed il montaggio sono ottime ed alcune scene sono costruite in modo non soltanto per essere propedeutiche alla storia ma anche per veicolare delle sensazioni. Nei primi minuti vediamo ad esempio Zhang mentre indaga e, accidentalmente, fa rotolare una bottiglia di alcool giù per le scale. Successivamente capiamo che il regista voleva comunicarci con quella scena di piccoli secondi che da lì a breve il protagonista avrebbe "toccato il fondo" a causa della dipendenza che dopo svilupperà. Un'altra scena ancora - precisamente quella finale- ci mostra dei fuochi d'artificio sparati in pieno giorno non soltanto come "tributo" al titolo del film ma anche come immagine significativa di quanto, se pur belli, i fuochi d'artificio sparati durante le ore diurne non soltanto rischiano di essere pericolosi ma assumono anche un aspetto quasi minaccioso. Il fumo di quest'ultimi si confonde infatti con le nuvole, oscurando ulteriormente un cielo plumbeo.

Il film vive di questi momenti preziosi e fino alla fine non accenna a rinunciare all'ottima fotografia per veicolare i vari stati d'animo dei protagonisti. Molte volte ci saranno infatti illuminazioni tetre, altre volte prive di colore mentre altre ancora l'illuminazione sarà talmente artificiosa da far sembrare il tutto come uscito da sogno.
La fotografia quindi, come già detto, rimane sempre su livelli eccellenti ed è un piacere rimanerne incantati.


Arrivati alla fine e scoperta la verità, un montaggio alternato dal sapore amaro ci farà scoprire il destino dei due protagonisti. Zhang è riuscito a tornare in polizia, ripulendo il suo nome e la sua carriera mentre la donna andrà in prigione oramai avvilita dal pensiero che suo marito ha sacrificato tutto per niente.

La pellicola quindi ci invita a riflettere non soltanto sulla vita di un assassino e di un poliziotto ma anche di quella di una complice che, seppur silenziosamente, ha dovuto sopportare una vita fatta di privazione e di solitudine. Un film magistrale che andrebbe visto e rivisto per cogliere tutte le sfumature di un regista che, con questa sua terza opera, si conferma un ottimo registra dalla spiccata sensibilità su tematiche che molto spesso i film ignorano deliberatamente.



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